Nei versi di Alda Merini si riversa tutto il suo pathos esistenziale, vittima ma poi pienamente protagonista di un’esperienza di vita forte e sofferta, che apparentemente può apparire “disordinata” e che si tramuta successivamente nella forza creatrice della scrittura con dissonanze e intermittenze che toccano le corde dell’angoscia, dell’ilarità e dell’ispirazione religiosa. Su queste “basi” Merini costruisce la sua capacità e originalità creativa, sfiorando la follia dei sentimenti nel vortice profondo di un amore “primordiale” che appartiene e coinvolge tutti noi, così come viene descritto con forza e perdizione nei versi di Vuoto d’amore:
Io sono folle, folle,
folle di amore per te.
Io gemo di tenerezza
perché sono folle, folle,
perché ti ho perduto.
Stamane il mattino era sì caldo
Che a me dettava questa confusione,
ma io ero malata di tormento
ero malata di tua perdizione.
Roberto Cincotta